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Dott. Davide Della Bella – Fisioterapista, Specializzato in Terapia Manuale, Massaggiatore Sportivo oggi ci parla di CICLISMO E CERVICALE

Dopo alcune ore in sella ti iniziano a formicolare le dita o le mani? Senti male al collo, la testa che diventa pesante o avverti un senso di pesantezza tra le scapole? Questi sintomi possono comparire anche se hai già fatto una buona messa in sella dal biomeccanico e possono essere causati dalla tua cervicale che “soffre” la postura mantenuta in bicicletta.

Numerosi ciclisti avvertono alcuni dei sintomi sopra descritti solo dopo essere stati a lungo in sella ma non hanno sintomi della comune cervicalgia nel resto delle loro attività: questo si verifica quando, nonostante una corretta messa in sella, il segmento cervicale che è molto mobile non è in grado di gestire la posizione corretta durante l’attività causando questa fastidiosa sintomatologia.

Per capire meglio entriamo più nel dettaglio di come è fatto il rachide cervicale e come funziona, in fondo all’articolo trovate anche un video dove spiego come imparare ad attivare i muscoli che stabilizzano la cervicale ed ad utilizzarli correttamente.

LA CERVICALGIA
La cervicalgia è una delle patologie più frequenti: circa il 60% della popolazione soffre o ha sofferto di questo problema.

Il tratto cervicale è composto da 7 vertebre che sorreggono il capo e da moltissimi legamenti, muscoli e tendini che ne permettono il movimento. Questo segmento è estremamente mobile e flessibile per permetterci di muovere liberamente il capo ma proprio per questo è estremamente sensibile e delicato.

La cervicale è in stretto rapporto con il cingolo scapolare (le spalle) ed è fortemente condizionato anche dai movimenti della colonna dorsale e lombare: gli effetti di una cattiva postura si trasmettono fino alla cervicale. La tipica “postura da smartphone”, con il capo chino in avanti, fa aumentare il peso del capo di quasi 8 volte! Ecco perché poi i muscoli diventano dolenti e si irrigidiscono, le spalle sembrano pesanti e viene spesso anche il mal di testa.

Il trauma più frequente è quello della distorsione cervicale: può verificarsi in seguito ad un incidente automobilistico, ad una caduta da una bicicletta, per un urto durante un attività sportiva. I sintomi sono dolore locale, forte senso di debolezza e pesantezza del capo: nei casi più lievi i sintomi regrediscono da soli dopo pochi giorni ma la lesione ai tessuti rimane e nel tempo può portare ad una certa sensibilizzazione e gli attacchi di cervicalgia possono diventare ricorrenti.

L’IMPORTANZA DELLA STABILIZZAZIONE CERVICALE
Tutte le articolazioni del nostro corpo mantengono la loro posizione grazie ad un insieme di capsule e legamenti ed all’azione dei muscoli che sono deputati al loro movimento.

In seguito a traumi e cattive posture le strutture passive (legamenti) diventano meno efficienti e tocca quindi al sistema attivo (i muscoli) di dover svolgere un compito ancora più gravoso.

I muscoli che aiutano rendere forte e sicura un’articolazione sono detti muscoli stabilizzatori: questi muscoli sono più piccoli rispetto ai grossi muscoli che muovono e generano forza ma sono molto vicini al punto di movimento: la loro azione è fondamentale per permettere alle 2 estremità ossee che compongono un articolazione di muoversi correttamente senza che ci siano movimenti accessori che a lungo andare danneggiano i tessuti. Per fare un esempio: se su un’automobile non c’è una corretta convergenza, uno pneumatico si consumerà prima degli altri ed in modo imprevedibile.

Per quanto riguarda il corpo umano dobbiamo considerare 2 fattori:
– i muscoli che stabilizzano un’articolazione
– la capacità di usarli correttamente per stabilizzare il segmento in una postura corretta, non solo nelle posture mantenute a lungo (es. lavoro d ufficio a PC) ma anche durante i vari movimenti della giornata e le attività sportive.
I muscoli che controllano e stabilizzano la colonna cervicale sono questi: i muscoli lungo del collo, lungo del capo ed i muscoli sub occipitali. Quello che è importante è imparare ad utilizzarli per ridare stabilità al segmento cervicale e ridurre quindi i fastidiosi sintomi che spesso sono causati da errata postura o mancanza di capacità di stabilizzare la cervicale durante i movimenti.

Ora sarò un po’più tecnico e dettagliato approfondendo uno dei quadri più frequenti: senza l’azione dei muscoli stabilizzatori, il capo viene lentamente a posizionarsi sempre più in avanti. I muscoli antigravitari (quelli che dovrebbero sorreggerlo) non riescono a compiere questa azione e il risultato è l’anteposizione del capo. Questo comporta l’aumento del tono muscolare dei muscoli scaleni, l’aumento della pressione tra C4 e C5 (infatti questo è uno dei segmenti più colpiti), e l’instaurarsi di una serie di sintomi di intensità crescente: dolore cervicale, peso e tensione nella zona dei trapezi, dolore nella parte anterolaterale del collo, formicolii e parestesie agli arti superiori, mal di testa e molti altri sintomi.

Questo quadro è fortunatamente reversibile e risponde molto bene al trattamento che deve composto da una parte passiva effettuata dal terapista e da una parte attiva di esercizi di stabilizzazione e dall’apprendimento delle corrette posture da mantenere nel tempo per limitare il ritorno al quadro iniziale.

LA CERVICALE DEL CICLISTA
Ritornando al nostro punto di partenza ora capiremo cosa succede e come porre rimedio. Purtroppo la posizione che assumiamo in bici (specie in bici da corsa) non è delle più naturali per la nostra cervicale.

Per fortuna è possibile risolvere e migliorare molto questo problema.

Se ci mettiamo ad osservare i nostri compagni di uscite e gli altri ciclisti potremo notare che ognuno ha una sua posizione di capo, collo e rachide dorsale: ad alcuni certe posture possono risultare essere dolorose mentre per altri sono ben tollerate. Escludendo un errato posizionamento del ciclista sulla bicicletta, nella restante parte dei casi il dolore è spesso causato da uno scarso controllo motorio del segmento cervicale: il segmento cervicale si posiziona in una postura priva di adeguato controllo da parte della muscolatura che può diventare la causa di molti sintomi prima descritti. Le possibilità sono numerose e interessano strutture distinte:
– è possibile che ci sia l’interessamento dei una o più radici nervose con sintomi irradiati nel braccio o nella mano
– ma è anche possibile che il ciclista adotti una postura di compenso che causi uno schiacciamento dei fasci vascolari a livello della clavicola che viene avvertito con addormentamento del braccio o della mano.
Lo scopo della stabilizzazione cervicale è quello di distribuire il movimento su tutta la cervicale per poi mantenerla nella posizione corretta durante tutta la pedalata.

Stiamo parlando di una “Core Stability della cervicale”: bisogna analizzare la capacità del ciclista di controllare e stabilizzare la cervicale. Dopo aver valutato il quadro clinico si procede con degli esercizi che permettano la presa di coscienza dei muscoli che vanno utilizzati e una serie di esercizi mirati sia per la stablizzazione che per il rinforzo.

Il ciclista nella foto sopra ha una posizione della cervicale corretta: il movimento è correttamente distribuito tra tutte le vertebre e i suoi muscoli stabilizzatori sono correttamente attivati (considerando l’assetto estremamente racing!).

La stessa cosa non si può dire per il ciclista in questa foto: la sua cervicale sembra piegarsi in un unico punto come se fosse composta da 2 bastoncini e uno snodo. Da questo punto avranno origine una serie di scompensi (radici nervose compresse, cartilagini articolari sovraccariche, muscoli che generano contratture ecc) che potranno causare da sintomi dolorosi locali a sintomi irradiati agli arti superiori.

La casistica di sintomi è poi estremamente varia, complessa e variabile da persona a persona in quanto il deficit nella stabilizzazione può interessare diversi tratti del segmento con conseguente variabilità dei sintomi.

Ho preparato dei video nei quali spiego come imparare ad attivare i muscoli che stabilizzano la cervicale ed ad utilizzarli correttamente.

Sul mio lettino sono passati tanti sportivi, sia professionisti che amatoriali, ma anche tante persone “comuni” che avevano bisogno di trattamenti specifici per migliorare la propria quotidianità, a prescindere dalla pratica sportiva – e, in ogni seduta, il mio obiettivo è sempre stato, e tutt’ora è, far coesistere la componente umana e clinica di ogni paziente, perché ognuno di noi è molto di più di una tendinopatia o una lombalgia: ognuno di noi è unico e specifico. E averne la consapevolezza aiuta sempre a guarire prima!

DAVIDE DELLA BELLA
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